Venezia degli amanti (Italian Edition) by Alessandro Marzo Magno

Venezia degli amanti (Italian Edition) by Alessandro Marzo Magno

autore:Alessandro Marzo Magno [Magno, Alessandro Marzo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788868991388
editore: VandA ePublishing
pubblicato: 2015-02-09T23:00:00+00:00


Il Baron Corvo e i gondolieri

«Paranoico, pederasta, pappone e scroccone che addenta la mano di chi lo nutre; fotografo, ecclesiastico, pittore, scrittore; uomo di qualche talento, non molto, ma con una vena di puro genio; dotato di coraggio e resistenza assolutamente fuori dalla norma»354.

«Ruffiano, mezza calza, tutti i mestieri, pittore, fotografo sottomarino, omosessuale temibile, autore di scritti storici»355.

«Un decadente dilettante inglese. Uno di quegli individui riservati, gentili, e perfino cerimoniosi, anzi, come involuti nei loro esasperanti riguardi bizantini, che però tutt’a un tratto manifestano un’incredibile capacità di odiare. Aggrediscono le persone con parole e con lettere micidiali, come quei serpenti che spruzzano getti di veleno a distanza»356.

«Lucidissimo, dotato di una cultura eccentrica e polemica, litigioso, suscettibile, infido, in una parola, capace di tutto»357.

«Trasforma tutto quello che vi fu di infame nella sua vita – il ricatto, l’ingratitudine, l’odio, l’orribile vizio – in un’immagine eroica e pura di se stesso, dipinta con passione di ritrattista»358.

«Pazzo inglese cinquantenne dall’aria di un sinistro ecclesiastico»359. «Un inglese matto che si sforza di sembrare veneziano»360.

«Un francescano nell’autodisciplina fisica, con una mente in grado di concepire una serie di trivialità esotiche»361. «Un uomo come, grazie a Dio, non ve ne sono molti»362.

Controversa, non c’è dubbio, la figura di Frederick Rolfe, detto il Baron Corvo, scrittore inglese tanto innamorato di Venezia che la sceglie per viverci e morirci tra il 1908 e il 1913. Scialacqua il denaro altrui, vive di stenti, dorme in barca e non mangia per giorni, elemosina un lavoro da secondo gondoliere e poi si fa vedere in una gondola con quattro vogatori, privilegio riservato ai soli regnanti. Ma soprattutto ama; ama i giovani barcaioli e ne racconta gli amori nelle Venice Letters, mai pubblicate integrali fino al 1974, sessantun anni dopo la sua morte (e tradotte in italiano soltanto in edizioni minori).

«Ho incontrato Piero sulle Fondamenta Nuove. Gli ho spiegato quanti soldi esattamente avessi e gli ho offerto tutto quel che mi rimaneva, oppure di andare a spassarcela assieme per un giorno. Ha immediatamente scelto la seconda opzione. “Il mio piacere è stare col mio paròn”, ha detto. È bello che un ragazzone di diciassette anni sia così dolce. Ha preso il mio bagaglio – avevo una cartella piena di fogli per dare l’impressione di essere occupato da affari – e ha detto di essere a mia disposizione. Siamo andati a Burano dove abbiamo pranzato con bistecche, formaggio e vino, non nell’albergo dove sei andato tu, ma in un altro nella stessa strada. È stata una giornata del diavolo: neve per tutta la notte, e neve a Burano alta un buon metro e continuava a nevicare.

«Poi Piero e io siamo saliti al piano di sopra. Non ho mai visto nessuno liberarsi dei vestiti come ha fatto lui – come un fulmine – deve essersi slacciato le scarpe e sbottonato tutto mentre saliva. Quindi si è girato verso di me. Era tutto rosso, arrossito di piacere, i suoi occhi brillavano e le sue dita tiravano i miei vestiti con impazienza. E il suo uccello,



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